Intorno alla crisi
Intorno alla crisi-poesie di G. Fassari
Tutti nella vita scrivono qualcosa di personale, delle poesie per esempio, su un taccuino segreto, sul diario scolastico, su un quaderno, sulla parete di una classe scolastica, sul proprio cuore… è la vita stessa a indurre questa disposizione dell’anima. Gli argomenti ricorrenti sono sempre quelli, la vita, l’amore, il tempo ecc. Spesso le si scrive in momenti non neutri ma intensi, di gioia o di delusione. Per alcuni è un modo di sfogarsi, di esprimere se stessi, per altri un modo di essere.
Per me un po’ tutto questo. Ci fu un periodo in cui scrivevo molte poesie, cosa che ormai avviene di rado. Non per mancanza d’ispirazione ma forse perché strada facendo ho trovato altri modi, altri sentieri attraverso cui esprimere il mio essere e il mio sentire. Penso che alcune siano belle, non so se oggi le riscriverei e se allo stesso modo. Fatto è che le ho scritte e alcune di loro sono qui.
Leggetele per quelle che sono, frammenti, momenti di vita transitori o la cui coda si è estesa fino ad oggi. Potreste riconoscervi, ricordarvi com’eravate, commuovervi, gioire o restare indifferenti.
Bimbo di Somalia

Bimbo di Somalia
Succhia il magro petto
di una madre ormai morta
il piccolo ricciolo
in quell’afa incandescente
intrisa di sabbia rossa
dove anche il rinoceronte stanco
rinunzia alla sua carica contro nemico invisibile.
Aleggia la morte con denti enormi affamati
la pancia incinta
da parti infiniti
in quelle terre piagate.
Bimbi smagriti già vecchi
le fronti venose,
le ossa sporgenti
come artigli d’aquila tronca d’ali,
lo sguardo perso,
bimbi…
bimbi di Somalia,
bimbi di terre povere,
di mondi defecati,
bimbi… di tutti
dell’opulento ciccione vorace
del ricco calciatore
della massaia scontenta senza il visone,
bimbi di tutti…
…di tutti noi…
della madre abortiva
dello studente stanco…
bimbi di tutti…
miei…
bimbi con cui dovremo spartire
l’affetto delle nostri madri
la fragranza del nostro pane
il calore delle nostre vesti
…per non sentirci ladri.
(1992)
Arrivederci
Ogni tanto qualcuno se ne va
la sua fine ci sfiora pelle e cuore
ché la vita testarda va avanti…
poi un giorno tocca a noi
e il nostro spirito
bruciante e presuntuoso
si augura
che almeno un attimo
la vita impellente possa fermarsi
a porgerci un piccolo saluto.

Corri
Corri cavallo impazzito, ribelle e selvaggio
calpesta l’acqua,
alza le bolle sotto i tuoi zoccoli
fletti le ginocchia ed impennati verso il cielo…
ruota la tua criniera come frusta
e spicca il volo,
vinci la gravità… e alzati leggero…
nitrisci
fai compagnia ai gabbiani e alle creature dell’aria.
Portami con te
dove la leggerezza è virtù.
Umana mongolfiera
Volare… essere pesante…
tentare di volare anche se si è pesanti.
Essere pesanti ma desiderare di volare.
Andare in alto
alleggerirsi dalla zavorra
e non desiderare più di scendere al suolo.
Per te
Per te squarcerò la ragnatela e sniderò il ragno
metterò terriccio umido di bosco
e innaffierò ogni alba…
mi sostituirò alla rugiada
e il nettare mi cercherà… per farsi miele.
Il mio cuore aumenterà… l’aritmetica di un minuto
risuonando con i tamburi
di nera tribù’ primitiva.
L’indigeno profondo reclama
terra e piante
e caccia e fuoco.
Per te
l’indigeno danzerà… al fuoco.
Il fuoco
ha bruciato la ragnatela.
Tempesta in volo
Gabbiano ferito
maestro di volo battente
scolaro di aquilone planato
le piaghe che porti
come medaglie
son fiere di lotte furiose
col vento ribelle
che nel nulla ti porta.
Intorno alla crisi-poesie
Sorriso
Nasci sorriso nel mio cuore
diffondi i tuoi tentacoli eburnei
nello spazio…
se puoi
fai dimora e ristoro
sulla mia bocca.
Intorno alla crisi-poesie
Chi sei?
Difficile prender sonno
quando qualcosa ti arrovella l’anima.
Il riposo ti respinge e suo desiderio è solo quello di domarti
silenziosa fredda compagna dai tanti nomi.
Non vuoi delimitarti,
ti dimeni come una serpe nel sacco,
sibili, confondi…
insidiosa ed infida…
I tuoi approdi incerti
nascondono umori scivolosi e traditori…
talvolta divieni calda, discorsiva,
quasi seducente
veicolo di contatti profondi e pieni
fucina di cambiamenti e nuovi traguardi.
Chi sei tu?
Tormenti le anime più sensibili,
proponi quesiti senza risposta,
togli speranza
inviti all’Olimpo degli dei
ne fai gustare il nettare dolce di fiele amaro…
Tu… esclusiva per pochi eletti.
Dammi un bacio
e passa altrove,
lascia
blanda cicatrice di dolore
perché conosco i tuoi aromi
le tue spinte i tuoi porti.
Assopisciti all’altare del quotidiano compromesso
tra l’uomo che anela la vita e la vita che non ha a cuore l’uomo.
Amali ambedue e falli proseguire.
Mai dimenticare
Anche quando si è forti ed invincibili
anzi proprio allora
è bene
ricordare la propria debolezza…
…ed accettarla come compagna di viaggio:
ci aiuta a non farci mai perdere
il senso vero della nostra umanità.
Intorno alla crisi-poesie