IL MISTERIOSO SITO DEL PROF. GIUSEPPE FASSARI

Il fato dell'uomo nel tempo e nell'immaginario

Quando inizia un amore

Quando inizia un amore-racconto di G. Fassari

Quella sera, al piano bar, sotto il tavolo scorreva lenta una mano, la mia mano. Scivolava coraggiosa sulla sua coscia tornita, liscia di seta. Questo avveniva sotto il tavolo. Sopra, invece io e lei ci guardavamo negli occhi. Erano così profondi i suoi occhi, di un azzurro più intenso del cielo di Taormina, grandi come laghi sulle nere sponde di ciglia lunghe e scure. Sul tavolo invece, l’altra mia mano accarezzava la sua come se sfiorasse il petalo di un bocciolo. “Se questa non è estasi cosa esiste di più sublime, eccitante e allo stesso tempo tenero e ingenuo?” pensai.

coppia-che-gusta-caffè Quando inizia un amore

In quei momenti le parole uscivano dosate dalle nostre labbra, si equilibravano l’una dopo l’altra come piume nell’aria che sedimentano lente in un profondo canyon.  Le piume del nostro feeling invece di scendere, salivano, su, su, sulle ali della dolcezza, del nostro sentimento infuocato che, seppur giovane, cavalcava già il destriero dell’attrazione.

E quindi quale fretta di bruciare le tappe può prendere due giovani che sono vicini in modo così maturo e totale?  Perché consumare subito un pasto ricco quando devi aspettare solo un po’ per gustare un cibo regale di cui già avverti la deliziosa acquolina in bocca? Noi due eravamo così capaci di attendere, parsimoniosi nel donarci perché convinti di valorizzare in un piccolo tempo d’attesa le nostre amabili attenzioni.

Era già forte la nostra intesa, anche se ci conoscevamo da appena un mese; in altri tempi questo mi avrebbe preoccupato o comunque invitato a essere guardingo ma oggi, a quarant’anni suonati, non mi stupivo più di tanto.

L’insieme di quell’angelica armonia, il pudore e l’ingenuità dei nostri sguardi, sotto il tavolo spingevano la mia mano ovunque. Lei usava un linguaggio di gesti e movimenti soavi delle mani. 

 “Tu sei il mio uomo. Sì, sarai il mio primo uomo!” disse lei con voce fine richiamandomi alla realtà.

Il primo uomo

Pensai con leggero imbarazzo che io non potevo dire altrettanto e quasi non feci caso alla sua straordinaria dichiarazione: il primo uomo di una trentenne o giù di lì. Pazzesco… raro, ma così bello!

“Non puoi sapere, capire cosa si prova quando qualcosa si desidera con tutto se stesso ma non si riesce a prendere… Questo è spesso accaduto nella mia vita ma il fato oggi mi ripaga ampiamente facendomi incontrare una persona come te, ricca di fascino e sensibilità. E’ un’immensa gioia!” continuò lei mentre i suoi occhi erano diventati lucidi. Il suo viso esprimeva compenetrazione con quello che dicevano le sue rosse ed eleganti labbra.

Ero commosso e fiero.

La sua era stata una dichiarazione d’amore, toccante e senza riserve, umana e sovrumana allo stesso tempo e in quegli attimi fu chiaro in me che l’amavo.

“Amore, amore…” recitai nella mia mente. “Dopo tanto tempo entro in questo cosmo di passione e totale condivisione fisica e spirituale, in ciò che noi esseri umani chiamiamo amore. E quando non ci speravo più, è arrivata la ricompensa attesa una vita”.

“Amore, amore grande. Più grande di tutti” le dissi.

Lei, il mio amore, proseguì dolcissima.

“Certo, so che anche tu, per me provi grandi cose, anche se sicuramente non è la prima volta… Io, a mio modo, in passato, ho avuto qualche esperienza, ma con te è diverso, più bello, più sincero, più totale!”.

Ero in solluchero, la mia gioia all’apoteosi, così come la mia eccitazione che faceva galoppare la mia mano sotto il tavolo. Ondeggiava dolcemente sull’oceano liscio e caldo della sua coscia.

“Accarezzami amore…”

Ascoltavo le sue rassicuranti parole in cui piacevolmente, mi perdevo. “Accarezzami, mio amore, mio dolce amore” diceva. “Per me è una situazione nuova e meravigliosa, come se il mondo si fosse capovolto, riorganizzato, un puzzle che alla fine d’incanto si completa, il caos che diviene ordine. Accarezzami e soprattutto baciami. È la prima volta da quando, un mese fa, ho affrontato l’intervento per cambiare identità sessuale. Sì, dolcezza, sì mio amore… Adesso accarezzami, tu sei il mio primo uomo!”.

Mi ritrovai in un bianco letto d’ospedale, reparto rianimazione, non ricordavo nulla.                            

I presenti, quella sera al piano bar, raccontano d’avermi visto improvvisamente sbiancare in volto e afflosciarmi prima di cadere rovinosamente a terra e la disperazione della persona che era in mia compagnia.

Tra poco sarà l’ora delle visite. Sono certo, anzi temo, che verrà. Spero di non sentirmi male e di non avere un altro collasso.

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