IL MISTERIOSO SITO DEL PROF. GIUSEPPE FASSARI

Il fato dell'uomo nel tempo e nell'immaginario

Il microscopio

Il primo importante microscopista, che effettuò sistematiche osservazioni di campioni biologici, fu Anton van Leeuwenhoek, un ricco commerciante di stoffe olandese.

Usando lenti per osservare la trama dei tessuti, poco a poco, egli si appassionò all’aspetto insolito che aveva qualsiasi cosa osservasse: cellule, animaletti, sangue, acqua stagnante; persino sperma o residui di cibo tra i denti, se molto ingranditi, riservavano sorprese strabilianti.   

Il microscopio ottico semplice e composto

Il microscopio usato da Leeuwenhoek nel 1673 era un microscopio semplice, cioè formato da una sola lente biconvessa, e poteva raggiungere circa 300 ingrandimenti.

Dal microscopio semplice si passò ben presto al microscopio ottico composto, che forma l’immagine utilizzando un doppio sistema di lenti, l’oculare, e l’obiettivo, che può ingrandire fino a 1500 volte.

Il limite di risoluzione (l.r.)

Per limite di risoluzione (l.r.) del microscopio ottico s’intende la distanza che lo strumento riesce ad individuare tra due punti molto vicini fra di loro e a percepirli come entità distinte. Esso è 0,2 micrometri (ossia 0,0002 millimetri); per l’occhio umano è invece 0,1 millimetri.

microscopio-ottico-struttura Il microscopio
Microscopio ottico composto

Il microscopio ottico è costituito da un doppio sistema di lenti. L’obiettivo fornisce una prima immagine ingrandita dell’oggetto, l’oculare riprende e ingrandisce ulteriormente l’immagine ottenuta dall’obiettivo.

Sull’obiettivo e sull’oculare sono segnati dei numeri preceduti dal segno X (si legge “per”), che indica di quante volte ognuno di questi sistemi di lenti ingrandisce l’oggetto.

L’ingrandimento complessivo corrisponde al prodotto degli ingrandimenti dell’obiettivo e dell’oculare. Per esempio se si osserva un preparato con un oculare 10X e con un obiettivo 40X si ottiene un ingrandimento totale di 400 volte, che viene indicato con 400X.

Per mettere a fuoco un’immagine si usano due manopole o viti:

-la vite macro-metrica (grande) per una regolazione grossolana

-la vite micrometrica (piccola) per una regolazione più fine e la messa a fuoco.

Il condensatore e il diaframma servono per concentrare e regolare l’illuminazione, la lampadina per illuminare il preparato. Il campione da osservare è posto sul piano portaoggetti o tavolino, con un foro per il passaggio della luce.

Il microscopio elettronico

Con il microscopio elettronico (N.B. non elettrico) otteniamo oltre 100.000 ingrandimenti. Invece della luce, il M.E. utilizza, per “illuminare” i preparati, un fascio di elettroni.

L’immagine viene raccolta su pellicola fotografica in bianco-nero o su uno schermo fluorescente. Spesso le microfotografie vengono colorate “in falsi colori” per evidenziare particolari strutture.

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